Qual è la situazione in Italia della prevenzione nei luoghi di lavoro?
Qual è la situazione in Italia della prevenzione nei luoghi di lavoro?
Firenze, 30 Lug – Il Centro Regionale Infortuni e Malattie professionali ( CeRIMP) costituisce in Toscana un importante osservatorio regionale per la conoscenza del fenomeno infortunistico e dello stato della salute dei lavoratori e della loro relazione con i fattori di rischio occupazionale.
Questo centro, che svolge una importante funzione di supporto tecnico-scientifico a livello regionale, acquisisce, elabora e interpreta i dati relativi a infortuni e malattie professionali in relazione alle caratteristiche del mercato del lavoro contribuendo allo scambio di informazioni con gli altri Enti che svolgono attività nell'ambito della salute e sicurezza dei lavoratori, anche attraverso il Comitato Regionale sulla Sicurezza sul lavoro (Comitato ex art. 7 del D.Lgs. 81/2008) favorendone la diffusione a tutti gli addetti ai lavori e agli altri soggetti interessati, fungendo da interfaccia tra il territorio, la Regione e gli altri enti titolari della gestione dei dati.
Dell'importanza non solo dell'Osservatorio, ma più in generale dell'analisi dei dati e della loro interpretazione per realizzare interventi di prevenzione efficace nei luoghi di lavoro si è parlato attivamente nel seminario “L'analisi e l'interpretazione dei dati per una prevenzione nei luoghi di lavoro trasparente ed efficace: l'impegno del CeRIMP 2005-2025" che si è tenuto il 10 giugno 2025 a Firenze.
Il seminario ha permesso anche di fare, sempre con particolare riferimento ai sistemi informativi, anche alcune riflessioni sulla situazione ed evoluzione della prevenzione nei luoghi di lavoro.
Per parlarne ci soffermiamo oggi sull'intervento dal titolo "La prevenzione nei luoghi di lavoro: ieri, oggi e domani", a cura di Susanna Cantoni (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – CIIP).
Questi gli argomenti affrontati nell'articolo:
- La prevenzione nei luoghi di lavoro: il decreto legislativo 81/2008
- La prevenzione nei luoghi di lavoro: le grandi criticità
- La prevenzione nei luoghi di lavoro: il sistema informativo e il futuro
La prevenzione nei luoghi di lavoro: il decreto legislativo 81/2008
L'intervento di Susanna Cantoni si sofferma sulla prevenzione nei luoghi di lavoro nel passato, sui modelli delineati dalla legge 833/1978 arrivando a parlare anche della normativa e della prevenzione delineata dal D.Lgs. 626/1994 e dal D.Lgs. 81/2008.
Riguardo al decreto 81 si indica che “resta un valido pilastro”. Tuttavia “potrebbe aver bisogno di alcuni aggiornamenti alla luce di alcuni cambiamenti nel mondo del lavoro (IA, lavori con algoritmi, violenze, …)”. E le modifiche finora attuate “sono interventi disorganici, presentano molte criticità applicative, sono per lo più inefficaci, addirittura controproducenti verso la prevenzione (es. qualificazione imprese e patente a crediti), unicamente improntate alla repressione formale”.
Si indica che il D.Lgs. 81/2008 “avrebbe soprattutto bisogno di essere pienamente attuato (es. adeguamenti/armonizzazioni previste dall'art. 3: settori marittimi, ferroviari; Formazione, SINP, funzionamento istituti ex art. 5, 6, 7, …), rispettato dalle imprese e fatto rispettare non solo formalmente”.
Questi altri “interventi necessari e/o utili:
- appalti pubblici e privati
- qualificazione delle imprese e formazione dei datori di lavoro
- misure per ridurre il numero di contratti nazionali pirata
- misure di sostegno alle imprese, incentivi a ristrutturazioni, interventi previsti dal PNRR, con la previsione di investimenti per la SSL
- misure per favorire la rottamazione di macchine e attrezzature insicure (es. trattori, mezzi di trasporto da lavoro, ...). A proposito di trattori si è ancora in attesa del decreto attuativo della revisione dei trattori, ai sensi del comma 1, art. 5 del Decreto Interministeriale del 20/5/2015, che prevede l'obbligo di installare misure di prevenzione in caso di ribaltamento del trattore, una misura semplice che da sola potrebbe evitare più di 100 morti/anno
- estensione assicurazione INAIL (più del 30% dei lavoratori non è assicurato INAIL)”.
Occorre, però – continua l'intervento – un “disegno complessivo”.
La prevenzione nei luoghi di lavoro: le grandi criticità
La relazione si sofferma poi sue due “grandi criticità:
- la grande debolezza delle strutture centrali
- la L. 215/21, art. 13 (La vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale competente per territorio, dall'Ispettorato nazionale del lavoro, …)”.
Si sottolinea che è “indispensabile il coordinamento partendo dalla conoscenza e dallo scambio di dati”.
A questo proposito si accenna all' Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 27 luglio 2022 (“Indicazioni operative per le attività di controllo e vigilanza ai sensi dell'art.13 del decreto legislativo 81/2008, come modificato dal decreto legge 21 ottobre 2021, n.146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n.215, recante le Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”). L'Accordo:
- “stabilisce regole per il coordinamento nella programmazione e nell'attività di vigilanza” delle Regioni/ASL e dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL)”;
- “stabilisce che le circolari con indirizzi operativi e procedurali siano emanati congiuntamente da INL e Regioni
- impegna il Ministero Salute a percorsi di formazione sia per ASL che per INL”
Si segnala che nell'Accordo “ricorrono parole come:
- analisi di contesto
- selezione degli obiettivi operativi
- indicatori di irregolarità dei profili lavoristici, previdenziali e assicurativi
- utilizzo di sistemi telematici che assicurino l'integrazione dei dati (condivisione delle banche dati, delle registrazioni dei controlli/accessi ispettivi e delle relative risultanze)
Parole che delineano “l'importanza e la necessità di utilizzo di banche dati, di un sistema informativo integrato”. E il MINI SINP ( Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione) che si sta delineando – si chiede la relatrice – “è sufficiente per una programmazione coordinata”?
La prevenzione nei luoghi di lavoro: il sistema informativo e il futuro
La relazione ripercorre la nascita dei vari sistemi informativi e si chiede se sia possibile “ricostituire un gruppo di lavoro misto di operatori per continuare a costruire un sistema informativo dedicato alla prevenzione nei luoghi di lavoro, utile alle strutture pubbliche ma anche ai loro interlocutori”.
Ci si sofferma anche sulla comunicazione.
Si indica che “oggi viene svolta solo a livello locale e principalmente rivolta a dimostrare il raggiungimento dei ‘numeri'”. Sono poi indispensabili i “rapporti territoriali, regionali, nazionale (da tempo inesistente) mostrando non solo la quantità di lavoro svolto ma anche i risultati ottenuti. Anche adeguando i modelli di comunicazione”.
Non bisogna dimenticare che i dati raccolti e interpretati – in relazione a sistema informativo e comunicazione – “sono utili non solo ai Servizi PSAL e INL, ma anche agli attori aziendali della prevenzione, sindacati, patronati, associazioni industriali, Magistratura, periti dei tribunali”,
C'è la necessità di illustrare “anche a tutte queste altre figure i report e l'utilità di alcuni dati per indirizzare meglio il loro lavoro e per migliorare la rete dei rapporti”.
Queste informazioni sono poi “indispensabili anche per i decisori politici” e magari anche per INAIL stesso.
Secondo Susanna Cantoni le iniziative governative in atto “viaggiano su due filoni:
- “lo svuotamento delle risorse e delle competenze delle strutture del SSN a vantaggio di una vigilanza formale;
- la privatizzazione di alcune attività, vedi ad es. l'autorizzazione all'uso di interrati e semi, che diventa autocertificazione accompagnata da una relazione di un consulente tecnico, i vari sportelli/osservatori amianto, i laboratori privati che certificano la restituibilità dei locali bonificati dall'amianto, l'incentivazione delle farmacie per le vaccinazioni, …
Si indica che “occorre contrastare queste tendenze con la professionalità che ha caratterizzato l'attività dei Sevizi territoriali, pur con le diverse criticità e disomogeneità, e allargare la rete dei rapporti (professionisti, RLS, ….)”. Bisogna poi contrastare la “mera vigilanza formale”.
In conclusione, l'intervento riporta alcune possibili suggestioni di lavoro da sviluppare:
- “assistenza e controllo (i piani mirati)
- programmazione basata sui dati che devono essere letti e interpretati
- i controlli devono sempre investire l'organizzazione del lavoro
- devono avere un occhio particolare per i lavoratori fragili (precari, stranieri, anziani, donne, …)
- i controlli e le inchieste devono riguardare l'intera filiera produttiva e il rapporto committente/appaltatore
- la verifica dell'efficacia delle attività programmate e realizzate (problema indicatori)
- quali dati raccogliere: far emergere non solo le quantità ma anche le qualità delle attività e i risultati ottenuti: un grande problema da affrontare
- la comunicazione dei risultati a livello territoriale, regionale e nazionale
- i problemi del coordinamento interregionale e con gli altri enti”