Curiosità Quali sono le persone più isolate del mondo?
Dove si trovano le tribù che non hanno alcun contatto con il resto dell’umanità?
Quelle che appartengono a tribù senza alcun contatto con il resto dell’umanità, le cosidette tribù incontattate. Si stima che questi gruppi siano ancora un centinaio: circa 40 in Brasile, 15 in Perù, e altri in quei Paesi in cui si estende la foresta amazzonica, come Bolivia, Colombia, Ecuador e Paraguay. Ma ce ne sono anche in Nuova Guinea e nelle isole Andamane, nell’oceano Indiano.Nel 2011, Survival International, un’organizzazione per la salvaguardia dei popoli indigeni, ha diffuso un filmato che ritrae una tribù dell’Amazzonia brasiliana, al confine con il Perù.

È la prima ripresa aerea di un “gruppo di isolati” e permette di conoscere particolari sulle sue abitudini: i suoi membri si tingono il corpo di rosso con estratti di piante spontanee, si cibano di banane, papaia e tapioca, hanno capanne di tronchi e fronde di banano e possiedono qualche oggetto metallico, come tegami e maceti, ottenuti dal commercio tra tribù.
SUPERSTITI. Gli studi sugli indios isolati sono relativamente recenti. In Brasile a condurli sono i “sertanisti”, antropologi avventurieri. Il primo di loro fu il maresciallo Candido Mariano da Silva Rondon, che contattò varie tribù all’inizio del secolo scorso. Il suo motto, “Morire se necessario, uccidere mai”, è divenuto il manifesto dei veri sertanisti.
In Papua Nuova Guinea, invece, la ricerca è stata avviata da antropologi e linguisti, attratti dal fatto che sull’isola si concentrano circa 800 lingue delle 5.000 parlate sul pianeta.
L’olandese Johannes Velduizen è stato il primo a contattare, negli anni ’70, i Korowai, uno degli ultimi popoli della Terra che costruisce le case sugli alberi.
UNA SCELTA DI VITA. Nascondersi è una scelta obbligata per molti di questi popoli, per sopravvivere alle invasioni di latifondisti senza scrupoli, bracconieri e cercatori d’oro, che spesso li aggrediscono, li uccidono, li stordiscono con l’alcol e stuprano le loro donne.
Sappiamo poco di loro: sono per lo più nomadi e basano il loro sostentamento su caccia e pesca e sulla raccolta di vegetali, usati per nutrirsi, curarsi ma anche per costruire case, intrecciare cesti e amache, produrre armi, per dipingersi il corpo e celebrare riti, per distillare veleni, saponi, deodoranti, contraccettivi e profumi.
LIBERTÉ, ÉGALITÉ, FRATERNITÉ. «La loro società» spiega David Hill, antropologo in Perù «non si fonda su alcuna gerarchia formale, ma su una struttura egualitaria: si prendono decisioni col consenso di tutti. Ma nessuno ha osservazioni dirette sul loro modo di vivere. L’unica cosa che sappiamo è che vogliono tenerci alla larga»