Rischio Incendio - piattaforma in cloud

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Rischio Incendio - piattaforma in cloud

Sicursoft fornisce la soluzione per valutare una corretta valutazione del rischio incendio come parte integrante del DVR in base alle recenti normative in materia di prevenzione incendi.

Riferimenti Normativi:

  • DM 1 settembre 2021: Riguarda le manutenzioni e la qualifica dei manutentori. 
  • DM 2 settembre 2021: Decreto SGSA per l'elaborazione del sistema di gestione della sicurezza antincendio, piani di evacuazione ed emergenza e planimetrie di emergenza conformi alla norma ISO 23601. 
  • DM 3 settembre 2021: Introduce la nuova valutazione del rischio incendio, applicazione del mini-codice per le attività a rischio basso e del Codice di prevenzione incendi per le altre attività


Cosa fa?
il programma permette di redigere il documento inserendo tutti i dati inerenti a quelle che sono le criticità del luogo di lavoro e consente il calcolo del carico d’incendio specifico dei compartimenti individuati in base a 3 diverse metodologie: destinazione d’uso, materiali, arredo e/o merci

Negli archivi di base del programma troviamo
  1. Valutazione Rischio Incendio 
  2. Registro Incendio 
  3. Registo Emergenze

1) VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO

Atmosfere esplosive: Le atmosfere esplosive, o "ATEX" (dall'acronimo francese ATmosphères EXplosives), sono miscele di aria e sostanze infiammabili (gas, vapori, nebbie, polveri combustibili) che, in determinate condizioni di concentrazione e in presenza di una fonte di innesco, possono propagare la combustione in forma di esplosione. Per prevenire incidenti, è necessaria la classificazione delle aree a rischio in zone ATEX (0, 1, 2 per gas/vapori/nebbie; 20, 21, 22 per polveri), in base alla probabilità di presenza di un'atmosfera esplosiva, oltre alla certificazione di attrezzature idonee.

Beni esposti: I "beni" esposti alle atmosfere esplosive sono in realtà le sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, o polveri combustibili che, miscelate con l'aria, possono dar luogo a esplosioni. Questi includono materiali comuni come la farina, lo zucchero, la segatura e i rifiuti domestici sotto forma di polvere, oltre a combustibili come il metano e il gas di petrolio liquefatto (GPL), e vernici, solventi e colle.

Contesti ambientali: I contesi ambientali a rischio di incendio sono le aree o le attività in cui sono presenti materiali combustibili, fonti di calore, o condizioni che favoriscono l'innesco e la propagazione del fuoco, aumentando i pericoli per le persone e l'ambiente

Impianti di servizio: Gli impianti di servizio a rischio antincendio sono quegli impianti tecnologici presenti in un edificio (come elettrico, di climatizzazione, di sollevamento o di gestione dei combustibili) che, se malfunzionanti o installati in modo errato, possono innescare un incendio, propagarlo, oppure agire come mezzo per la sua propagazione. Per questo motivo, sono soggetti a specifiche misure di prevenzione e protezione, tra cui rivelatori di fumo, sistemi automatici di spegnimento, e la corretta evacuazione dei fumi, e devono essere progettati, installati e mantenuti secondo le normative vigenti per garantire la sicurezza.

Lavorazioni: Le lavorazioni a rischio antincendio sono attività che possono aumentare la probabilità di un incendio e richiedono misure di prevenzione, tra cui l'uso di fiamme libere, lavori a caldo (saldature, tagli), impianti elettrici temporanei e la presenza di materiali combustibili in cantiere. Per gestire questo rischio, è necessaria una valutazione del rischio incendio (parte del DVR) che identifichi le attività pericolose e definisca le misure di sicurezza, come la formazione degli addetti, l'installazione di sistemi di allarme e estintori, e la corretta gestione dei materiali.

Luoghi di stoccaggio: I luoghi di stoccaggio a rischio di incendio includono depositi di merci e materiali combustibili con superficie lorda superiore a 1.000 m² e quantitativi superiori a 5.000 kg, ma anche depositi di materiali specifici come carta, legname, prodotti in gomma e materie plastiche, oltre a magazzini per lo stoccaggio di sostanze pericolose, detentori di liquidi infiammabili o materiali ad alto carico di incendio. È fondamentale valutare la tipologia dei materiali stoccati, le loro quantità e la conformazione degli spazi per implementare misure di prevenzione e protezione adeguate.

Movimentazione interne: La movimentazione interna in un ambiente di lavoro presenta rischi di incendio legati alla presenza di materiali infiammabili, come prodotti chimici e imballaggi in cartone, e all'uso di impianti elettrici obsoleti o sovraccarichi. È fondamentale implementare misure preventive, quali l'uso di contenitori adeguati per sostanze tossiche, la verifica e pulizia degli elementi metallici, e la corretta progettazione delle vie di esodo e degli impianti di illuminazione di sicurezza per proteggere le persone e facilitare le operazioni di soccorso.

Riduzione dei pericoli: La riduzione del rischio incendio si ottiene con una combinazione di misure preventive, volte a diminuire la probabilità che un incendio scoppi, e misure protettive, che mirano a limitare i danni e le conseguenze nel caso in cui si verifichi. Le strategie includono la gestione dei materiali combustibili, la corretta manutenzione degli impianti, l'installazione di allarmi e sistemi di protezione, la formazione del personale e l'elaborazione di piani di emergenza.

Sorgenti di innesco: Le sorgenti di innesco sono fonti di calore (fiamme, scintille, archi elettrici, corpi caldi, reazioni chimiche, ecc.) che possono avviare una combustione se in contatto con un combustibile e un ossidante, e hanno un'energia sufficiente e una durata adeguata. Possono essere di tipo diretto (contatto fisico), indiretto (per irraggiamento, conduzione o convezione) o derivare dall'attrito o da fenomeni come l'autocombustione.

Sostanze: Le sostanze a rischio incendio sono i combustibili, ovvero materiali solidi, liquidi o gassosi che possono bruciare, e i comburenti, sostanze che possono aggravare o provocare un incendio o un'esplosione, come quelle con codici H270-H272 del sistema di classificazione europeo. Includono anche liquidi infiammabili (come benzina), gas infiammabili (metano, GPL), polveri combustibili (come la farina), e sostanze che reagiscono con l'acqua liberando gas infiammabili. Valutazione conseguenze La valutazione delle conseguenze del rischio di incendio analizza l'impatto potenziale di un incendio sulle persone, sui beni materiali e sull'ambiente, includendo la valutazione.

2) REGISTRO DEI CONTROLLI RISCHIO INCENDIO 

Il Registro dei Controlli antincendio (o Registro dei Controlli rischio incendio) è un documento obbligatorio in Italia, nel quale vengono annotate le verifiche, le manutenzioni, i controlli periodici e gli interventi relativi agli impianti, ai presidi e agli altri sistemi di sicurezza antincendio presenti in un’attività.
È strumento di gestione e controllo della sicurezza antincendio, utile per garantire che tutto funzioni correttamente nel tempo e per fornire evidenza documentalmente, anche in caso di ispezioni.

Norma di riferimento e obblighi
  • riferimento al DM 02/09/2021 e DM 03/08/2015 e s.m.i. 
  • Anche il DPR 151/2011 disciplina aspetti legati al Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) e agli obblighi corrispondenti per le attività soggette. 
  • Norme tecniche UNI specifiche per diversi presidi antincendio (es: estintori, reti idranti, porte REI, sistemi di allarme) sono richiamate come base per le modalità di verifica, manutenzione e controllo.
Chi deve predisporlo
  • Il datore di lavoro è responsabile della predisposizione e del mantenimento del registro per tutte le attività lavorative, anche se non sono soggette al controllo di prevenzione incendi (CPI), purché vi siano impianti o attrezzature antincendio. 
  • Deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile agli organi di vigilanza competenti.
A cosa serve
  • Verificare che gli impianti, attrezzature e presidi antincendio siano efficienti, sicuri e conformi nel tempo. 
  • Consentire la gestione proattiva delle manutenzioni programmando gli interventi secondo periodicità. 
  • Fornire prove documentali in caso di ispezioni, richieste da autorità o dal Corpo dei Vigili del Fuoco. 
  • Contribuire a migliorare la sicurezza, individuando tempestivamente problemi, anomalie o degradi.
Cosa deve contenere
Secondo il DM 1/9/2021 e gli approfondimenti, il registro deve includere almeno:

  1. Identificazione dell’attività e luogo in cui si trova il presidio antincendio.
  2. Elenco dei presidi, impianti o dispositivi antincendio presenti (es: estintori, porte taglia fuoco, impianti sprinkler o idranti, etc.).
  3. Periodicità dei controlli, delle verifiche e delle manutenzioni per ciascun presidio, secondo le norme tecniche, specifiche tecniche, manuali d’uso/manutenzione.
  4. Data in cui ogni intervento è stato eseguito.
  5. Tipo di controllo o verifica effettuata (es. ispezione visiva, prova, manutenzione ordinaria, malfunzionamento riscontrato).
  6. Firma o identificazione del tecnico/manutentore che ha effettuato l’intervento.
  7. Firma o identificazione del responsabile interno dell’attività che verifica/accerta l’avvenuto controllo.
  8. Eventuali note su anomalie, difetti riscontrati, misure correttive adottate.
  9. Storico: è importante conservare tutte le registrazioni passate per dimostrare la continuità dei controlli.

Aspetti pratici da non dimenticare
  • Non esiste un format obbligatorio standard a livello nazionale: il registro va personalizzato in base all’attività, ai presidi presenti, alle normative tecniche richiamate.
  • Deve essere sempre accessibile, cioè conservato in luogo noto, facilmente consultabile da chi ne ha responsabilità e da chi deve fare eventuali verifiche.
  • Le verifiche “visive/sorveglianza” possono essere fatte da personale interno adeguatamente identificato e formato; le manutenzioni più tecniche devono essere affidate a tecnici qualificati.
  • Tenere presente che con l’introduzione del DM 1/9/2021 alcuni requisiti sono stati aggiornati, incluse le figure richieste (es. tecnico manutentore qualificato) e le modalità di effettuazione dei controlli

3) GESTIONE DELLE EMERGENZE

COSA SI INTENDE PER "GESTIONE DELLE EMERGENZE"?

La gestione delle emergenze rischio incendio (nel programma è previsto anche emergenza alluvioni e/o terremoti) è l’insieme delle misure organizzative, operative e formative che un’azienda deve adottare per:
  • prevenire il rischio di incendio;
  • reagire prontamente ed efficacemente in caso di incendio o principio di incendio;
  • salvaguardare la vita umana, ridurre i danni a cose e ambienti;
  • garantire un’evacuazione ordinata e sicura.
È un obbligo previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dai Decreti Antincendio (in particolare il DM 2 settembre 2021), che impongono al datore di lavoro di predisporre un Piano di Emergenza e organizzare una struttura interna per la gestione delle emergenze.

RIFERIMENTI NORMATIVI PRINCIPALI

  • D.Lgs. 81/2008 – Sicurezza sul lavoro (Titolo I e Titolo IX, Capo I) 
  • DM 2 settembre 2021 – Criteri per la gestione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro 
  • DM 1 settembre 2021 – Controlli e manutenzione sistemi antincendio 
  • DM 3 settembre 2021 – Requisiti della progettazione antincendio (Codice di Prevenzione Incendi)
COMPONENTI FONDAMENTALI DELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE
  1. Valutazione del rischio incendio
    Analisi dei pericoli presenti nell’ambiente di lavoro:
         • materiali infiammabili,
         • apparecchiature elettriche,
         • impianti di riscaldamento o produzione,
         • attività svolte.
    Serve a determinare il livello di rischio (basso, medio, elevato) e pianificare adeguate misure.

  2. Piano di emergenza ed evacuazione
    Documento obbligatorio (per attività con più di 10 lavoratori o soggette a CPI), che deve contenere:
         • Percorsi di esodo e uscite di sicurezza
         • Punti di raccolta
         • Comportamenti da seguire in caso di incendio
         • Chi fa cosa (ruoli e responsabilità)
         • Contatti di emergenza
         • Ubicazione dei presidi antincendio
    Il piano va aggiornato periodicamente e ogni volta che cambiano struttura, personale o processi.

  3. Nomina degli addetti alla gestione dell’emergenza
    Il datore di lavoro deve designare lavoratori incaricati di:
          • dare l’allarme,
          • gestire l’evacuazione,
          • intervenire con i presidi antincendio,
          • assistere le persone con disabilità.
    Questi addetti antincendio devono ricevere formazione specifica (livello 1, 2 o 3 a seconda del rischio) e partecipare a prove pratiche.

  4. Formazione e informazione dei lavoratori
    Tutti i lavoratori devono essere informati su:
           • i rischi di incendio presenti nel luogo di lavoro,
           • cosa fare in caso di emergenza,
           • dove si trovano le uscite e i presidi,
           • chi sono gli addetti antincendio.

    La formazione deve essere:
           • documentata,
           • aggiornata periodicamente,
           • verificata con simulazioni o prove di evacuazione.

  5. Segnaletica di sicurezza
    Tutte le uscite di emergenza, i percorsi di esodo, i presidi antincendio e i punti di raccolta devono essere:
           • ben segnalati con cartelli conformi al D.Lgs. 81/08 e alla UNI EN ISO 7010,
           • illuminati,
           • liberi da ostacoli.

  6. Prove di evacuazione
    Devono essere effettuate almeno una volta all’anno, simulate con tutto il personale presente, per verificare:
          • l’efficacia del piano,
          • il tempo di evacuazione,
          • la capacità di reazione dei lavoratori e degli addetti.
    I risultati vanno documentati e usati per migliorare le procedure.

  7. Controllo e manutenzione dei presidi antincendio
    Gestione periodica di:
          • estintori,
          • idranti,
          • porte REI,
          • impianti di rilevazione e allarme,
          • impianti sprinkler, ecc.
    Deve essere fatta da tecnici qualificati e annotata nel Registro dei Controlli Antincendio.
OBIETTIVI DELLA GESTIONE EMERGENZE INCENDIO
  • Minimizzare i tempi di reazione
  • Ridurre i rischi per le persone
  • Limitare i danni a strutture e beni
  • Favorire il coordinamento con i soccorsi esterni (Vigili del Fuoco, 118)
DOCUMENTI DA TENERE
  • Piano di emergenza aggiornato
  • Nomina addetti antincendio 
  • Registro controlli antincendio
  • Attestati di formazione addetti e lavoratori
  • Verbali prove di evacuazione

4) SCADENZIARIO

COS’È LO SCADENZIARIO DEL RISCHIO INCENDIO?

Lo scadenziario presente nel software consente di monitorare le scadenza degli incarichi SPP del personale aziendale (es. ASPP, addetti antincendio) ed eventualmente anche la scadenza degli attestati (sempre in ambito SPP) in possesso.