Tasse, cashback fiscale per le detrazioni: come funziona il rimborso immediato

Tasse, cashback fiscale per le detrazioni: come funziona il rimborso immediato

23/03/2022

Riforma del Fisco, accordo sul cashback

Con la riforma del Fisco potrebbe arrivare il cashback sulle spese ammesse a detrazione: significa, per fare un esempio, che quando si compra un farmaco non bisognerà più aspettare la successiva dichiarazione dei redditi per scaricare il 19%, ma lo sgravio verrebbe recuperato subito, con l’accredito sul conto corrente. È uno dei sei punti sui quali c’è un accordo di massima tra la maggioranza e il governo circa gli emendamenti da votare al disegno di legge delega sulla riforma fiscale all’esame della Camera.

Voto atteso per il 4 aprile

Ieri il relatore di maggioranza, Luigi Marattin (Italia viva), i rappresentanti della maggioranza in commissione Finanze, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, e i sottosegretari all’Economia, Maria Cecilia Guerra e Federico Freni, si sono riuniti per approfondire le questioni. Oggi ci saranno incontri bilaterali con i gruppi di maggioranza e domani un nuovo vertice per chiudere l’intesa sugli emendamenti, che poi sarebbero votati la prossima settimana in commissione, spostando al 4 aprile l’approdo in Aula, inizialmente previsto per il 28 marzo. Marattin è fiducioso: «Abbiamo fatto passi in avanti e nelle prossime 48 ore puntiamo a chiudere l’intesa con il metodo inclusivo che stiamo seguendo». Del resto, le posizioni di partenza nella maggioranza erano molto distanti.

I tempi di attuazione: cashback dal 2023

Se tutto andrà bene, il disegno di legge delega verrà approvato definitivamente (al Senato) entro giugno. Poi il governo dovrà approvare i decreti attuativi. Se lo farà in tempi rapidi, il cashback potrebbe partire nel 2023.

Dal sistema duale al Fisco locale, le altre novità

Oltre al cashback fiscale, rivendicato come una vittoria dai 5 Stelle, ci sono almeno altre 4 novità sulle quali l’accordo è vicino: 1) Affermare con nettezza nella delega il principio che la riforma del Fisco non dovrà comportare un aumento della pressione fiscale. 2) Sulla realizzazione del «sistema duale» (da una parte la tassazione dei redditi derivanti dall’impiego del capitale e dall’altra quella dei redditi da lavoro) prevedere che sui redditi da capitale si parta gradualmente con due aliquote, che rappresenterebbe già una razionalizzazione rispetto ad ora. 3) Passaggio, per i lavoratori autonomi, alla mensilizzazione del pagamento delle imposte superando l’attuale sistema del saldo e acconto. 4) Per non indebolire il federalismo fiscale, prevedere che al posto del venir meno dell’Irap ci sia una compartecipazione al Fisco locale anche del gettito derivante dai lavoratori in regime forfettario (flat tax), senza aggravi di prelievo.

Riforma fiscale, lo scontro sulla flat tax

C’è poi un quinto punto molto importante, che riguarda proprio l’estensione della platea ammessa alla flat tax, sulla quale l’accordo è più difficile. La Lega vuole estendere il regime forfettario (adesso si applica fino a 65 mila euro di ricavi con l’aliquota sostitutiva del 15%) fino a 100 mila euro. Il governo ha detto no, perché ci sarebbe un buco di gettito. Ora si discute sull’ipotesi di un limitato aumento del tetto dei 65 mila euro (80 mila) con un’aliquota più alta (20%) oppure, fermo restando l’ingresso nel regime ordinario (Irpef e Iva), di una maxidetrazione, come propone il Pd. Ma il Carroccio è contrario e parla di «passo indietro».

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L’incentivo fiscale al secondo percettore di reddito

Infine, dell’intesa dovrebbero far parte altri due punti: l’estensione dell’abolizione dell’Irap (ora limitata alle persone fisiche) alle società di persone e tra professionisti; il rafforzamento del principio che va incentivato fiscalmente il secondo percettore di reddito della famiglia, per favorire il lavoro delle donne.